Aperto il sabato pomeriggio.

Su prenotazione : tel. 0963353472.

Se siete a Dasà chiedete dei volontari in loco.

sabato 18 settembre 2010

Museo del Dialetto

La nostra cultura dialettale affonda le sue radici nei secoli che furono
Greci, Latini, Arabi, Francesi, Spagnoli.

Oggi questo patrimonio non ha più la forza per continuare a vivere. Una cultura che non si trasmette da una generazione all’altra è destinata a morire. 
Pochi anziani ancora e poi la lingua, gli usi, le tradizioni, i mestieri,
la nostra identità culturale, scompariranno per sempre.

Il Museo del Dialetto, partendo da questa consapevolezza, ha come scopo la ricerca, lo studio, la conservazione di testimonianze della nostra cultura dialettale affinché anche le generazioni a venire ne possano aver coscienza.

Al centro del museo è posta la parola dialettale ricavata dalla sua radice storica, spiegata nel suo significato più antico, inserita nel suo contesto, collegata ad un oggetto o ad un’immagine.
Le parole sono inserite in uno specifico argomento.

Tali argomenti costituiscono le sezioni del museo.

In sintesi il Museo 
una memoria immediata, comprensibile, intellegibile e duratura della nostra storia attraverso la parola dialettale.

2 commenti:

  1. Saluti, sono Domenico Agostino. Complimenti per il sito e anche per il museo del dialetto. Io e` da diversi anni che raccolgo del materiale che riguarda la zona della valle del Marapotamo. Come ho gia` detto a mio cugino Nicola Pace, la famiglia di mia madre (Pagano) hanno gestito diversi mulini della zona, e anche diverse fornaci (carcare) per la produzione della calce, mattoni e tegole, in alcune zone se non sono state distrutte ci sono ancora dei resti di queste (Carcare), una e` dietro il mulino di fronte a Ciano, alcune sono nel bosco di Cajea vocino la contrada Maghjstrina, sul lato sinistro del fiume Murano, un'altra e` in contrada Abbondanzia (uliveto dei Lombardi)nelle vicinanze della cappella di San Francesco Severio a Potami.
    Desidero condividere con voi queste informazioni. Noi qui abbiamo delle tovaglie di lino che sono state tessute con il telaio che aveva la Cannunera di Arena. Se non vado errato questo telaio si trova a Dasa`. I miei saluti a voi tutti e buon lavoro, a risentirci.

    RispondiElimina
  2. Grazie Domenico Agostino dall'australia per la tua testimonianza,mi interessarebbe sapere con precisione dove esisteva la cappella(chiesetta) di San Francesco Saverio (dove c'era un famosissimo dipinto di San Francesco andato distrutto con un incendio.(qualcuno sostiene ch'è stato salvato dal barone Cesarelli di Arena,proprietario, e poi scomparso).Nicola Pace

    RispondiElimina